Quanto sono importanti le piante baccifere, soprattutto in città, nel periodo invernale? Tanto! A giudicare da queste immagini di tre piccoli ospiti di un giardino privato: Capinera, Merlo e Cinciallegra, che vanno a nutrirsi in questo freddo inverno dell’ultima bacca di cachi rimasta, ormai alquanto malconcia a dire il vero, e di alcune briciole di pane.
Certamente sarebbe più utile posare piante autoctone, ma occorre considerare che questi grossi frutti di origine orientale offrono buone quantità di cibo a numerosi uccelli e rimangono sulla pianta sino a fine gennaio e che le grosse bacche vengono consumate da una quindicina di specie, tra le quali storni, passeri e pettirossi.
Se qualcuno volesse fare qualcos’altro per aiutare questi animali che risultano spesso penalizzati dall’antropizzazione, potrebbe posare mangiatoie e nidi artificiali nel proprio giardino, per fornire riparo in inverno e possibilità riproduttiva in primavera-estate oltre che a un rifornimento sempre disponibile di cibo e acqua, oppure realizzare degli angoli con pietre e mattoni accatastati per offrire riparo a ricci, micromammiferi, rospi, tritoni e natrici.
In molti paesi d’Europa numerose specie selvatiche hanno subìto una notevole rarefazione demografica anche a causa dell’alterazione degli habitat, dell’eliminazione di piante con cavità (spesso proprio i vecchi alberi sopravvissuti nelle nostre città che con troppa faciloneria vengono abbattuti in segno di “progresso” – utili per altro anche ai pipistrelli arboricoli) per cui risulta alquanto consigliata la collocazione di artefatti artificiali, anche se sarebbe necessario convincersi a livello comunitario della necessità di interventi più complessi quali la realizzazione di nuovi stagni o corsi d’acqua in cui sia preservata la vegetazione acquatica e ripariale, per la conservazione di pesci, rettili e anfibi.
I Rondoni ad esempio, uccelli apodiformi ovunque un tempo molto comuni, potrebbero essere tra le prossime vittime delle ristrutturazioni edilizie che comportano la posa di nuove grondaie sotto i cornicioni, dove se ne vanno a nidificare. I pipistrelli, invece, possono subire gravi danni dall’installazione di cassonetti da muro per tapparelle e zanzariere elettriche e dall’uso eccessivo di illuminazione notturna (per maggiori informazioni vi rimandiamo al link del Centro Regionale Chirotteri).
Per chi volesse contribuire alla risoluzione di alcune di queste problematiche che coinvolgono la fauna selvatica, suggeriamo quindi di realizzare gli interventi descritti e, in previsione di ristrutturazioni edilizie pensare anche agli indifesi abitanti delle nostre case. Chi lo desidera può tenerci informati su eventuali interventi eseguiti o scriverci in caso di necessità. Per quanto ci riguarda nei prossimi mesi cercheremo di fornire il maggior numero di informazioni a riguardo, attraverso articoli, foto e testimonianze dirette.
(Altre informazioni sull’argomento potete trovarle nel sito del CISNIAR – il Centro Italiano Studi Nidi Artificiali che dalla metà degli anni ’70 si occupa dello studio e della divulgazione della pratica del birdgardening)
vorrei sapere se il nido dei rondoni che ha l’apertura dal lato corto della scatola si può costruire con il foro sul lato lungo, per me sarebbe più comodo
grazie buon lavoro
vorrei sapere se il nido dei rondoni che ha l’apertura dal lato corto della scatola si può costruire con il foro sul lato lungo, per me sarebbe più comodo
grazie buon lavoro
Il foro sul lato lungo rendrebbe meno agibile l’entrata e l’uscita dalla cassetta nido da parte del rondone che data la sua scarsa capacità di movimento sulle zampe, necessita di percorsi il più possibile rettilinei, una volta posato.