Appostamenti abusivi, utilizzo di richiami acustici elettromagnetici, probabile attività di caccia entro i limiti del Parco del Delta del Po, pochi controlli e zero interesse delle istituzioni locali per una questione, quella del braconaggio, che sta assumendo proporzioni intollerabili.
Ad aggiungersi a tutto questo la consapevolezza dei bracconieri di restare impuniti, di farla comunque franca, di essere in una terra di nessuno dove si può fare ciò che si vuole. Dopo anni di minuziosa raccolta dati da parte del WWF di Rovigo, di denunce, di richieste di intervento (vedi la rassegna stampa dei mesi appena trascorsi), in cui vengono portati alla luce questo e altri tipi di abusi, forse qualcosa si sta muovendo.
Da una parte c’è l’interesse dell’europarlamentare Andrea Zanoni, che ha preso a cuore la questione dell’abusivismo e del bracconaggio nel Delta del Po in ambito europeo con una lettera di richiesta di chiarimenti al Presidente della Provincia e all’Assessore alla Caccia, dall’altro, caso di pochi giorni fa, una testimonianza diretta di due attivisti della Lipu che raccontano la loro esperienza sul campo, dove, vien da dire, una immagine vale molto più di tante parole.
Sfacciataggine, mancato senso civico e rispetto delle regole. Ce n’è abbastanza per chiedersi quanto sia necessario ancora attendere per porre fine a questo teatrino degli intenti, in cui tanto viene detto e poco viene realizzato.
Nel frattempo anche la stampa si sta interessando della questione, come è giusto che sia. Di seguito una breve rassegna, ad oggi, degli articoli che trattano il problema:
Io comincerei a sollecitare il wwf nazionale considerato che il suo silenzio su tutto indirettamente sta aiutando il bracconaggio. Non si sente mai non appare sui giornali non muove alcun che di qualcosa neppure a livello politico. … però costoro che vanno a caccia nel delta impuniti e scopertamente devono essere controllati dalla polizia locale e se non lo fa denunciare loro tramite wwf magari agli stessi carabinieri per abuso di atti d’ufficio.
Orlando
sull’ultimo numero di Panda, la rivista ufficiale del WWF Italia, c’ è un articolo sulla caccia e c’è citato il link di questa raccolta firme
Per fortuna siamo nel “civile” nord est !
Ma gli ignoranti bracconieri purtroppo non
hanno cittadinanza.
Facciamoci sentire.
Sono di Modena ed ho personalmente percorso con alcuni amici una strada Provinciale che passava vicino ad una valle. Ci siamo fermati con i binocoli ad osservare gli uccelli. E’ arrivato nel giro di pochi minuti un “buttafuori” che ci ha minacciati. Si sentivano i richiami acustici anche dalla strada. Più avanti qualche km stessa situazione. Questo tre anni fa. Non sono più tornato. Ho fatto invece i controlli (circa tre anni fa, non ricordo le date) sui fenicotteri morti per “polmonite” , dato che sono un veterinario che collabora col Corpo Forestale dello Stato. Anche questo è stato uno scandalo da paese sottosviluppato: sparare ancora il piombo (quintali) che veniva mangiato da anatre e fenicotteri quando questo è vietato. Poi i cacciatori si lamentano che la gente non li tollera più. Forse se diventassero persone civili e rispettose della legge…….E le istituzioni dovrebbero garantire la legge e la civiltà, non fare deroghe o ignorare e non intervenire in situazioni di evidente illegalità, peraltro documentate.